sabato 13 gennaio 2018

È nata la Rete Italiana Open Science!




Il 2018 inizia con una buona notizia per la nostra scienza: è nata la Rete Italiana Open Science!

Finora da noi era arrivato solo il riverbero delle azioni di un movimento internazionale che sta affrontando da diverse direzioni la crisi della ricerca scientifica. Si tratta di un movimento molto attivo negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Germania e in Olanda, che sta diffondendo con impegno ed entusiasmo una nuova cultura scientifica nei luoghi dedicati (aule universitarie, congressi, ecc.) e attraverso Twitter.

Negli ultimi mesi, alcuni scienziati – Massimo Grassi, Marco Perugini, Patrizio Tressoldi e Konstantinos Prifitis - che lavorano nelle nostre università hanno deciso di fare rete: 
a) chiedendo la partecipazione di studenti, dottorandi, ricercatori e docenti di psicologia ma in realtà sono coinvolte tutte le discipline biomediche e psicosociali e anche i clinici e gli appassionati
b) proponendo un incontro nazionale da organizzare nei prossimi mesi; 
c) condividendo articoli e materiali utili alla discussione e al cambiamento.

A tale scopo sono stati creati:
- un gruppo Google, Open Science Italy, ancora inattivo
- un gruppo Facebook, Rete Italiana Open Science, lievemente attivo


I temi in discussione sono numerosi e riguardano:
  • il metodo
      discutere i criteri di significatività statistica, fornire i fondamenti             dell'inferenza bayesiana
  • le buone pratiche della ricerca
    come proteggersi dai vizi che hanno sedotto i ricercatori negli ultimi decenni? I principali antidoti sono l'accessibilità ai dati grezzi, la replicabilità e la pre-registrazione degli studi sperimentali. Per un approfondimento, rimando alla mia revisione del libro di Chris Chambers: I sette vizi della psicologia e il Manifesto di Chambers.
    Ci sarebbe anche un'altra pratica da incentivare: la lettura degli articoli originali dei pionieri perché attraverso la storia possiamo fare luce sul nostro futuro.
    Nelle sue memorie, Anna Berliner, scriveva (a macchina) così del suo lavoro nel laboratorio di psicologia di Wundt a Lipsia:
    In preparation for doing an experiment ourselves we were told over and over again the same routine. All details about the equipment, the procedure, the instruction had to be written up”.
    At that time any experiment published by one of the laboratories would be repeated immediately by other universities, and without an exact description of all the details a critical evaluation would not have been possible”.


  • la pubblicazione
    affrontare il paradosso di gruppi editoriali che profittano del tempo volontario di ricercatori e docenti e richiedono poi agli stessi o alle loro università di pagare per l'accesso agli articoli o addirittura a un loro stesso articolo, incentivare la pubblicazione di libero accesso garantita da riviste open access o parzialmente open access, affrontare i problemi del sistema peer-review spesso insufficiente a rilevare gravi errori metodologici e statistici negli studi scientifici, affrontare i rischi e i benefici delle pubblicazioni sui server preprint, promuovere le revisioni post-publication
  • l'impact factor
    dichiarare la definitiva obsolescenza di un tale metodo nella valutazione dei ricercatori, promuovere nuovi criteri di reclutamento, aderire alla San Francisco Declaration on Research Assessment (DORA)
  • la comunicazione della ricerca scientifica
    impegnarsi a divulgare le proprie ricerche, essere cauti nel diffondere ricerche tanto seducenti quanto discutibili attraverso i social media, analizzare criticamente i risultati pubblicati in nuovi studi

Nel 2017 sono stati gettati i semi di una nuova cultura di ricerca scientifica.
A questo ha contribuito anche Radio3 Scienza con una puntata dedicata alla crisi della psicologia: Psicodramma.
Ne consiglio vivamente l'ascolto per la competenza e l'equilibrio e anche per la partecipazione di Marco Perugini: da segnare le sue raccomandazioni su come leggere in modo critico le notizie scientifiche.


Buon lavoro alla Rete Italiana Open Science!

Rimbocchiamoci le maniche e non lesiniamo i contributi alla discussione!




Sii responsabile, le buone pratiche della ricerca dipendono anche da te:


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