venerdì 26 gennaio 2018

Primo anno di 100esperte: invisibili!



Nel 2016 è nata in Italia 100esperte una banca dati di esperte nelle discipline STEM - Science, Technology, Engineering and Mathematics – per fornire una risorsa a giornalisti, amministratori, politici e associazioni alla ricerca di fonti autorevoli che contribuiscano alla comunicazione della scienza, alla discussione di nuovi risultati scientifici e al dibattito pubblico.

A spiegare e interpretare il mondo sono quasi sempre gli uomini: nell'82% dei casi secondo i risultati nazionali del Global Media Monitoring Project 2015. Eppure le donne esperte ci sono. E possono svecchiare un linguaggio mediatico, che, ignorandole, trascura i segni del tempo e disconosce l'apporto delle donne in tutti i diversi ambiti della società: dalla politica alla scienza.




Facilmente consultabile attraverso una ricerca per argomento, il sito filtra le esperte in un determinato settore e rimanda ai singoli profili corredati da un breve curriculum, dalle competenze specifiche, dalle parole chiave, da un indirizzo di posta elettronica, e in molti casi da un sito web e altri collegamenti.

Il sito è ideato e promosso dall’Osservatorio di Pavia e dall’associazione di Giornaliste GiULiA, con la partecipazione tecnica del centro GENDERS dell’Università degli Studi di Milano e Wikimedia, in collaborazione con la Fondazione Bracco e con il sostegno della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea. Gode del patrocinio della RAI Radiotelevisione Italiana, del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e della Consigliera Nazionale di Parità istituita presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.

Le pagine facebook e twitter hanno alcuni aggiornamenti settimanali.


Da qualche giorno è stata promossa un'iniziativa analoga da 500 Women Scientists, l'organizzazione nata negli Stati Uniti subito dopo l'elezione di Donald Trump alla Presidenza, nel novembre del 2016. L'organizzazione raccolse migliaia di adesioni in tutto il mondo attraverso una lettera aperta che intendeva “ribadire il nostro impegno a parlare della scienza e delle donne, di minoranze, immigrati, persone con disabilità e LGBTQIA.”
La nuova iniziativa è Request a Woman Scientist, alla quale in poche ore hanno aderito centinaia di scienziate da tutto il mondo, comprese 8 dall'Italia.


Gli scopi sono analoghi: abbiamo bisogno di più voci di donne nei mezzi d'informazione, alle conferenze scientifiche, nelle università e nei governi. Anche in questo caso attraverso il sito è possibile cercare per argomento e per nazione una scienziata da interpellare per un commento, un progetto, la partecipazione a un dibattito pubblico, ecc. La banca dati è rivolta a “giornalisti, insegnanti, politici, scienziati e chiunque abbia bisogno di competenza scientifica”.

Le pagine facebook e soprattutto twitter sono molto attive e hanno diversi aggiornamenti quotidiani.


Nel 2015 è sorta in Francia Les expertes, una banca dati articolata in tre aree: Professionale, Scientifica e della Società civile, “dal momento che solo il 19% degli esperti consultati dai media sono donne”. Una prima versione cartacea di un elenco di esperte risale al 2012, perché ormai “Stanche di sentirci rispondere sistematicamente "Non ci sono donne esperte!"”. La piattaforma si è poi estesa a tutte le esperte di lingua francese residenti in varie parti del mondo. Sul sito web c'è, inoltre, una sezione apposita che permette ai giornalisti di accreditarsi.


Le pagine facebook e twitter hanno frequenti aggiornamenti e sul sito ogni settimana vengono selezionate alcune esperte le cui attività sono messe in evidenza nella Home page.


Qualche anno prima, nel 2010, è stata creata una banca dati di esperte universitarie di lingua tedesca, AcademiaNet che ha visto una successiva internazionalizzazione e adesso, anche in lingua inglese, fornisce numerosi profili di esperte europee di ogni disciplina. Per accedere ai contatti diretti è necessario registrarsi sul sito. Sotto il profilo dell'esperta viene anche specificato se è temporanea,mente non disponibile. AcademiaNet è rivolta a giornalisti e a organizzatori di conferenze. 


Il sito e le pagine facebook e twitter hanno diversi aggiornamenti a settimana e mettono in evidenza i profili, le competenze e i riconoscimenti delle esperte.


Dai commenti sui social network sembra che l'iniziativa francese abbia funzionato e di certo quella sorta negli Stati Uniti ha avuto in tempi brevi una rapidissima diffusione. Molto apprezzata tra gli esperti l'iniziativa tedesca.


E in Italia?

La mia percezione è che in questo anno e qualche mese di attività di 100esperte la situazione sui giornali, sulle riviste, in televisione, alla radio, ecc. non sia molto cambiata: non c'è stata una maggiore presenza di donne tra gli scienziati interpellati per commentare una notizia o per partecipare a un dibattito pubblico.

Le percezioni individuali giuste o sbagliate non hanno però alcun valore se si tratta di valutare l'impatto di un'iniziativa fondamentale e di pubblica utilità.

Ho allora scritto, una settimana fa, a ciascuna delle 100esperte presenti nella banca dati del sito web, ponendo 7 domande riguardanti il loro coinvolgimento da parte dei media.

Delle 130 esperte contattate, da 52 (41.5%) è arrivata una risposta. Circa l'80% di risposte sono arrivate entro i primi tre giorni (sabato 20, domenica 21 e lunedì 22 gennaio).

In tutti i casi le risposte sono state gentili e di apprezzamento e in alcuni casi corredate da commenti.

Due invii non hanno raggiunto le destinatarie e sono tornati indietro con i seguenti messaggi assente per maternità e “indirizzo disattivato per cessazione del rapporto con l'Università...”.

Ho escluso i casi di: 2 risposte da collaboratrice o via ufficio stampa; 7 recenti arruolamenti nell'elenco (7 mesi o meno).


Quindi i risultati seguenti si riferiscono alle risposte di 43/128 (33,6%) esperte, 1 su 3, non molte.

E i risultati sono desolanti.

Le stesse esperte si sono rammaricate di non potermi dare risposte più incoraggianti.

Leggiamo insieme quali sono i risultati - descritti per ciascuna domanda - di questa piccola indagine, coraggio.

1. Gestisce un blog, una pagina personale su facebook o su twitter? Se sì, quale/i?
Questa domanda, non legata a 100esperte, aveva lo scopo di indagare la partecipazione ai social network.
Nessuna esperta gestisce un proprio blog, 14/43 hanno un account personale su facebook e 7 uno su twitter.

2. Ha ricevuto richieste dai media italiani nel primo anno di partecipazione all'iniziativa 100 esperte? Può indicarne quante?
Solo 21 delle 43 esperte ha ricevuto richieste dai mezzi d'informazione italiani. Alcune hanno ricevuto richieste solo dall'estero. Il numero di richieste ricevute va da 1 a 15 (in un solo caso).

3. Ritiene che nel primo anno di attività di 100esperte le richieste da parte dei media italiani di un suo contributo specialistico siano variate rispetto agli anni precedenti?
Una variazione positiva e quindi un incremento di richieste è stato riferito da 5/43 esperte mentre per un'esperta la variazione è stata negativa. Per tutte le altre nulla è cambiato. Chi già collaborava con diversi media o aveva contatti con diversi giornalisti ha continuato come prima ad essere presente nel panorama nazionale e talvolta locale.

4. Se tali richieste sono aumentate, può stimarne la percentuale di incremento?
Le 5 esperte che hanno ricevuto più richieste dopo l'entrata a far parte di 100esperte, in genere ne hanno riferita da 1 a 3 in più rispetto al periodo precedente.

5. Le richieste che ha ricevuto riguardavano le sue competenze specifiche e/o altri temi dell'Area STEM? Può quantificare le richieste specifiche e quelle generali?
Il numero esiguo di dati non permette di aggregare per tipo di richieste ma in generale sembra che nella metà dei casi riguardassero temi generali o la stessa partecipazione a 100esperte e nell'altra meta le competenze specifiche dell'esperta.

6. Da quale/i media sono arrivate tali richieste: giornali, blog, social network, ...?
Sono stati prevalentemente i giornalisti di testate nazionali, locali e online a contattare le esperte per richiedere un commento o un approfondimento.

7. Ritiene che i suoi contributi siano stati riportati sui media in modo appropriato?
Più della metà delle esperte che sono state interpellate ha riferito che i contributi sono stati riportati in modo appropriato.
Tra esse, molte avevano chiesto di leggere l'articolo con il loro contributo prima della pubblicazione o avevano una buona interazione con giornalisti.


In sintesi, i risultati di questo primo anno di attività di 100esperte – almeno in base alle risposte arrivate da solo 1/3 delle partecipanti contattate - sembrano articolarsi in tre direzioni:

  • chi aveva già un'attività consolidata sui media, contatti con i giornalisti o un efficiente ufficio stampa presso la sede di lavoro, ha continuato senza variazioni ad essere interpellata;
  • chi era presente poco o per nulla, ha continuato con la stessa frequenza, anche se particolari scoperte nella sua area specifica avrebbero dovuto giustificarne il coinvolgimento;
  • solo raramente è stata ricevuta qualche richiesta in più rispetto al periodo precedente.

Questi modesti risultati possono essere stati determinati da più fattori:

  • 100esperte è una banca dati nata da poco e avrà bisogno di tempo per diventare una fonte abituale per i media;
  • i vari mezzi d'informazione dopo aver ampiamente pubblicizzato il progetto lo hanno messo da parte, dimenticandone l'esistenza e trascurandone la ricchezza e la fruibilità;
  • il progetto dopo il suo ampio lancio ha adesso poca visibilità per i limitati aggiornamenti del sito e degli account social (facebook e twitter).

Manca tuttavia il dato dell'altra parte: giornalisti, divulgatori, ecc., hanno fatto riferimento a 100esperte? Hanno avuto contatti positivi? Hanno avuto risposte in tempi brevi?


Al confronto, le iniziative Request a Woman Scientist, Les expertes e AcademiaNet sembrano avere riscosso da subito più successo e ricevono molto supporto ma possono anche contare su un ampio pubblico internazionale.


Devo aggiungere con rammarico che si conferma anche per le donne – ahimé – la distanza degli esperti italiani dai social network. La consapevolezza di questa pure è rara ma era presente in un commento alla prima domanda:

Purtroppo no...eppure so bene che autorevoli colleghi (...) sono sempre connessi e che gli early scientists (diciamo post docs) adorano questo.. L'ho ben verificato dentro un committee in cui sono coinvolta (...): i postdoc vogliono intervistare/parlare con i colleghi che sono sui social..

...solo l'altra settimana) ero a Parigi a. .. e il collega ... (che non c'era!) dopo due ore mi manda la foto che qualcuno ha fatto e messo su twitter.

Di fatto, ad esempio su twitter, la presenza di scienziate/i e docenti sta incrementando la qualità della comunicazione scientifica e la condivisione di informazioni e risultati, soprattutto da Paesi come gli Stati Uniti, l'Australia, il Regno Unito, la Germania, la Francia, l'Olanda e la Danimarca. Questo avviene attraverso la gestione attiva del proprio profilo, la condivisione di nuovi articoli scientifici, notizie di congressi, corsi e posti di lavoro, l'atteggiamento critico verso alcuni risultati sperimentali, accurate revisioni di articoli dopo che sono stati pubblicati sulle riviste scientifiche, promozione di buone pratiche della ricerca, rilettura e correzioni di articoli di giornali che riportano informazioni non accurate o infondate, disponibilità alla discussione che rispetti il galateo digitale.

Intanto, un ruolo di mediazione può essere svolto proprio da 100esperte. Difatti, un incremento di visibilità potrà arrivare da una valorizzazione a cadenza regolare di ciascuna esperta e delle sue competenze sul sito e sulle reti sociali, anche in riferimento alle notizie scientifiche del momento che possono beneficiare di un approfondimento specialistico.


Tuttavia, già questa piccola indagine dimostra come la disponibilità delle esperte sia eterogenea e in alcuni casi non sia diretta ma mediata (da uffici stampa o collaboratrici). Ho avuto bellissime risposte da esperte molto note e ampiamente riconosciute a livello internazionale che in poche righe mi hanno dato conoscenze in più e, per il tono ironico, mi hanno fatto sorridere. Alcune di esse sono pure impegnate nella comunicazione della scienza. 
E ce ne sono altre troppo impegnate nella loro attività specialistica.

Per agevolare gli accessi alla banca dati, potrebbe essere utile specificare il tipo di disponibilità e di contatto, la preferenza solo per alcuni mezzi d'informazione e canali, come pure eventuali periodi di indisponibilità nel profilo di ciascuna esperta.

Alle mie domande specifiche, Monia Azzalini del team di 100esperte, ha risposto che la disponibilità delle esperte “è uno dei criteri del loro inserimento in banca dati” e che non ci sono da parte del team indicazioni sul tipo di contatto (diretto o mediato): “le esperte si muovono diversamente anche in relazione all’ente di affiliazione e al loro ruolo”.
Azzalini ha anche aggiunto che alcuni dati sull'impatto di 100esperte saranno presentati a Roma il prossimo 8 marzo.


Insomma, al momento le esperte le abbiamo ma continuano ad avere poca visibilità sui media, per diverse ragioni.

Concludo con alcuni dei commenti aggiunti dalle esperte. Ho letto risposte e commenti con uno stato d'animo che mescolava viva gratitudine e sconforto.

Devo dire che il mio settore ha scarso interesse ... tutti si sentono in grado di esprimere pareri sui GMO o sull'uso del glifosato (per non parlare dei vaccini), mentre in genere tutti ascoltano chi parla di onde gravitazionali o di cancro con molto rispetto.
l'interesse per le mie ricerche è pressoché nullo, almeno in Italia... dall'estero sono molto più ricercata, ma sempre per valutazioni strettamente scientifiche... Sembra che sia una delle ricercatrici italiane più citate nel 2017... ma nessuno - … - ha mostrato alcuna emozione
La mia area di ricerca ha ricevuto molta pubblicità’ nell’ultimo anno, in Italia e a livello internazionale. Io personalmente ho ricevuto molta visibilità’ all’estero[...]. Non molto in Italia
Mi spiace, risposte non molto incoraggianti
Mi spiace avere dato risposte così povere
Spero molto che altre colleghe tra le 100 esperte abbiano ottenuto dei risultati più incoraggianti.
le interviste riguardano sempre STEM E DONNE, finora non sono mai stata intervistata su argomenti scientifici inerenti la mia area di ricerca indipendentemente da tematiche di genere. Questo va nella direzione opposta dell'idea di 100Esperte: dovremmo essere intervistate appunto in quanto esperte, su tematiche di nostra competenza
Purtroppo sono “invisibile” per i media e questo è stato per me un vero cruccio soprattutto nel mio ruolo di .... Mi piacerebbe capire come si possa incrementare la visibilità, non per me come singola persona, per per una donna che fa un mestiere “da uomo” e un mestiere (...) comunque poco considerato.
C'è ancora molta strada da fare…

È proprio così ma ormai il percorso è tracciato.

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